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La storia del protocollo di Kyoto
Con il Protocollo di Kyoto i paesi industrializzati si impegnarono a ridurre entro il 2012 le emissioni di gas serra del 5,2% rispetto al 1990. Il negoziato venne stipulato a Kyoto, in Giappone, nel dicembre 1997 durante la Conferenza COP3 della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (Unfccc).
La sottoscrizione iniziale dei paesi era un atto puramente formale. Soltanto la successiva ratifica dell'accordo da parte dei parlamenti nazionali formalizzava l'impegno del paese a ridurre le emissioni.
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Dal protocollo di Kyoto erano esclusi i paesi in via di sviluppo per evitare di frapporre ulteriori barriere alla loro crescita economica. Un punto molto dibattuto e che trova ancora oggi il disaccordo degli Stati Uniti soprattutto per l'esclusione dagli impegni dei grandi paesi emergenti dell'Asia, India e Cina.
Sulla base degli accordi del 1997 il Protocollo entra in vigore il 90° giorno dopo la ratifica del 55° paese tra i 194 sottoscrittori originari purché questi, complessivamente, coprano almeno il 55% delle emissioni globali di gas serra.
L'assenza degli Usa e della Russia hanno penalizzato per molti anni il lancio operativo dell'accordo, rimasto a lungo tempo "sospeso". Nel 2002 avevano ratificato l'atto già 55 paesi senza però coprire il 55% della produzione globale di emissioni di gas serra. Solo dopo la ratifica della Russia nel settembre 2004 si è superato finalmente il limite minimo previsto del 55% e data operatività al Protocollo.
Restano, in ogni caso, ancora fuori paesi come Australia e Stati Uniti, rei di non aver ratificato l'accordo per paura di danneggiare il proprio sistema industriale.
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mercoledì 19 dicembre 2012
martedì 18 dicembre 2012
Emissioni di CO2 nel mondo in tempo reale
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The Environment and Climate Change
Global warming (aka climate change) is probably the most important issue to face our generation, and quite possibly any generation in history. The worldwide scientific community is virtually unanimous in its agreement that global warming is happening, and that it's our fault. If we let it get out of our control, the consequences - which will already begin occuring in most of our lifetimes - will be catastrophic. Just some of the consequences that can be reasonably expected are rising sea levels, more frequent and more severe natural disasters, large-scale food shortages, plagues, massive species extinctions, unprecendented numbers of refugees, intensified ethnic and political tensions, and a global economic depression the likes of which no one has ever seen.
The situation is still within our grasp, but we must act now, we must act strongly, and we must act together. Individuals, companies, and governments across the globe must each do what they can to reverse climate change. We will never get a second chance.
What can I do?
The good news is that there are plenty of things that we can do to reduce our carbon footprint. The key word is reduce. We can greatly lessen our impact on climate change by using the planet's resources more responsibly. There are many things we can reduce, and many ways we can reduce them, but three of the major ones are: reduce the amount of animal products you consume (meat, dairy, eggs, leather, etc.), reduce the amount of fuel you use (car, air travel, etc.), and reduce the amount of electricity you use. If you're interested, there are plenty of good resources on the net. I encourage you to do your own research, though you might find some of the links below to be useful.
The Environment and Climate Change
Global warming (aka climate change) is probably the most important issue to face our generation, and quite possibly any generation in history. The worldwide scientific community is virtually unanimous in its agreement that global warming is happening, and that it's our fault. If we let it get out of our control, the consequences - which will already begin occuring in most of our lifetimes - will be catastrophic. Just some of the consequences that can be reasonably expected are rising sea levels, more frequent and more severe natural disasters, large-scale food shortages, plagues, massive species extinctions, unprecendented numbers of refugees, intensified ethnic and political tensions, and a global economic depression the likes of which no one has ever seen.
The situation is still within our grasp, but we must act now, we must act strongly, and we must act together. Individuals, companies, and governments across the globe must each do what they can to reverse climate change. We will never get a second chance.
What can I do?
The good news is that there are plenty of things that we can do to reduce our carbon footprint. The key word is reduce. We can greatly lessen our impact on climate change by using the planet's resources more responsibly. There are many things we can reduce, and many ways we can reduce them, but three of the major ones are: reduce the amount of animal products you consume (meat, dairy, eggs, leather, etc.), reduce the amount of fuel you use (car, air travel, etc.), and reduce the amount of electricity you use. If you're interested, there are plenty of good resources on the net. I encourage you to do your own research, though you might find some of the links below to be useful.
Il Protocollo di Kyoto e la situazione Italiana
Il Protocollo di Kyoto tratta di problemi che investono la totalità dei settori delle attività umane, quindi il settore energetico, i processi industriali, l'utilizzo di solventi, l'agricoltura, i rifiuti.
Il Protocollo è diviso in 28 articoli che essenzialmente disciplinano la riduzione delle emissioni di gas serra. Obiettivo principale è la riduzione media del 5,2% entro il 2012. Per i paesi più industrializzati e sviluppati, fra cui l'Unione Europea, è prevista una riduzione maggiore pari all'8%.
Per altri paesi, considerati in via di sviluppo, sono fissati limiti meno rigidi.
Il Protocollo propone anche alcuni strumenti che indicano come tradurre in pratica gli obiettivi ed in particolare:
-L'istituzione di politiche nazionali di riduzione delle emissioni;
-Il miglioramento dell'efficienza energetica;
-La promozione di forme di agricoltura sostenibili;
-Lo sviluppo e promozione di fonti energetiche rinnovabili;
-La cooperazione sotto forma di scambi d' informazioni ed esperienze.
I paesi soggetti a vincolo di emissione sono oggi 39, divisi in paesi OCSE (Organizzazione Per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) ed in paesi con economie in transizione. Nonostante alcune questioni irrisolte (per esempio le sanzioni, scambio dei diritti di emissione, utilizzazione dei serbatoi di CO2) il Protocollo rappresenta comunque un modello unico di approccio ambientale globale.
L'Unione Europea ha ratificato il Protocollo di Kyoto il 31 maggio 2002 ed è così entrato in vigore il 16 febbraio 2005, dopo la firma della Russia. Vari paesi industrializzati non hanno voluto ratificare il protocollo, tra cui spiccano gli Stati Uniti e l'Australia.
Ma gli impegni a cui l'Italia come Stato firmatario è sottoposta, sono raggiungibili?
Per inquadrare la questione è utile avere un'idea di quanta energia si consuma in Italia ogni anno. Utilizzando come riferimento il rapporto 2005 dell'Authority per l'energia, il nostro Paese nel 2004 ha consumato 143,4 Mtep.
Il valore comprende l'intera domanda di energia, composta non solo dall'elettricità, ma anche dai carburanti per i trasporti e dall'industria.
A fronte di una domanda di 143,4 Mtep il nostro paese ha offerto nello stesso anno di riferimento 195,5 Mtep. La differenza, pari a 52 Mtep (1/3 della domanda nazionale di energia) è composta da consumi e sprechi del settore energetico italiano. Si tratta di una quota significativa che lascia intravedere un margine di miglioramento dal lato dell'efficienza del sistema energetico italiano.
L'Italia importa gran parte delle risorse energetiche primarie ed ha una capacità di produzione di energia minima, pari a circa 30 Mtep, pertanto deve importare ben 165,5 Mtep di energia dall'estero, pari a circa l' 84% della domanda energetica nazionale. I valori evidenziano una quasi totale dipendenza energetica dall'estero, ma si tratta da una situazione non dissimile da quella di molti altri paesi occidentali industrializzati. Il fabbisogno energetico italiano è fortemente dipendente dal petrolio per il 45% e dal gas per il 32%.
A questo punto, come suggerisce il Trattato di Kyoto, la riduzione delle emissioni e dei consumi energetici può avvenire fondamentalmente in due modi:
1.Riduzione del consumo di energia fossile attuale della stessa percentuale, quindi di 3.8 Mtep all'anno;
2.Sostituzione con la produzione derivante dalle energie rinnovabili.
Per quanto concerne la riduzione dei combustibili fossili, molti ritengono che sia un'operazione destinata a rimanere un'utopia: infatti, con la crescita economica e le cifre che indicano gli aumenti del PIL di paesi come Cina ed India, è intuitivo ritenere che la domanda sia destinata inevitabilmente a crescere. Addirittura, secondo il rapporto ENEA 2005, la tendenza del consumo nazionale di combustibili fossili per il futuro è in aumento di oltre il 2% all'anno.
Sull'energia rinnovabile ci sarebbe molto da dire, e forse neanche basterebbe. Sintetizzando la situazione allo situazione italiana, i dati ENEA 2005 mostrano un contributo dell'energia rinnovabile endogena pari all' 8.3% del consumo complessivo e deriva in gran parte dalla produzione idro - geotermoelettrica (5.5%), mentre le NFER (Nuove Fonti Energia Rinnovabile) contribuiscono per l'1.3%.
Però, poiché il contributo dell'elettricità importata dall'estero proviene essenzialmente dalla produzione nucleare di Francia e Svizzera, si considera come "rinnovabile" anche la quota del 5% d'importazione. Pertanto nelle statistiche europee viene attribuita all'Italia una quota di produzione di energia rinnovabile pari a circa il 13% del consumo nazionale di energia.
In ogni caso, se si pensasse ad una sostituzione dei combustibili fossili con le fonti rinnovabili, è appurato che l'unità di misura dell'energia da usare per contabilizzare il contributo annuale è il Mtep.
A fronte di tutto questo, secondo i dati ISES del gennaio 2005 si ha che la potenza eolica totale (fig. 1.3) installata al 2004 era di 1260 MW con una produzione di elettricità di circa 1.8 TWh. In termini di energia fossile sostituita, l'intera attività eolica equivale ad un risparmio di combustibile pari a circa 0.4 Mtep, cioè lo 0.23% del consumo totale di fossili, a cui corrisponde la rimozione di circa 1.1 Mt di emissioni di CO2, cioè lo 0.23% di quelle totali emesse dal nostro sistema energetico.
Rispetto alle dimensioni sopra evidenziate, si conclude che il contributo eolico oggi è irrilevante e che, quindi, si dovrebbe fare un massiccio ricorso, oltre che all'eolico, anche agli impianti delle altre fonti rinnovabili.
Mtep:La tonnellata equivalente di petrolio è un'unità di misura di energia, rappresenta la quantità di energia rilasciata dalla combustione di una tonnellata di petrolio grezzo.
Il Protocollo è diviso in 28 articoli che essenzialmente disciplinano la riduzione delle emissioni di gas serra. Obiettivo principale è la riduzione media del 5,2% entro il 2012. Per i paesi più industrializzati e sviluppati, fra cui l'Unione Europea, è prevista una riduzione maggiore pari all'8%.
Per altri paesi, considerati in via di sviluppo, sono fissati limiti meno rigidi.
Il Protocollo propone anche alcuni strumenti che indicano come tradurre in pratica gli obiettivi ed in particolare:
-L'istituzione di politiche nazionali di riduzione delle emissioni;
-Il miglioramento dell'efficienza energetica;
-La promozione di forme di agricoltura sostenibili;
-Lo sviluppo e promozione di fonti energetiche rinnovabili;
-La cooperazione sotto forma di scambi d' informazioni ed esperienze.
I paesi soggetti a vincolo di emissione sono oggi 39, divisi in paesi OCSE (Organizzazione Per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) ed in paesi con economie in transizione. Nonostante alcune questioni irrisolte (per esempio le sanzioni, scambio dei diritti di emissione, utilizzazione dei serbatoi di CO2) il Protocollo rappresenta comunque un modello unico di approccio ambientale globale.
L'Unione Europea ha ratificato il Protocollo di Kyoto il 31 maggio 2002 ed è così entrato in vigore il 16 febbraio 2005, dopo la firma della Russia. Vari paesi industrializzati non hanno voluto ratificare il protocollo, tra cui spiccano gli Stati Uniti e l'Australia.
Ma gli impegni a cui l'Italia come Stato firmatario è sottoposta, sono raggiungibili?
Per inquadrare la questione è utile avere un'idea di quanta energia si consuma in Italia ogni anno. Utilizzando come riferimento il rapporto 2005 dell'Authority per l'energia, il nostro Paese nel 2004 ha consumato 143,4 Mtep.
Il valore comprende l'intera domanda di energia, composta non solo dall'elettricità, ma anche dai carburanti per i trasporti e dall'industria.
A fronte di una domanda di 143,4 Mtep il nostro paese ha offerto nello stesso anno di riferimento 195,5 Mtep. La differenza, pari a 52 Mtep (1/3 della domanda nazionale di energia) è composta da consumi e sprechi del settore energetico italiano. Si tratta di una quota significativa che lascia intravedere un margine di miglioramento dal lato dell'efficienza del sistema energetico italiano.
L'Italia importa gran parte delle risorse energetiche primarie ed ha una capacità di produzione di energia minima, pari a circa 30 Mtep, pertanto deve importare ben 165,5 Mtep di energia dall'estero, pari a circa l' 84% della domanda energetica nazionale. I valori evidenziano una quasi totale dipendenza energetica dall'estero, ma si tratta da una situazione non dissimile da quella di molti altri paesi occidentali industrializzati. Il fabbisogno energetico italiano è fortemente dipendente dal petrolio per il 45% e dal gas per il 32%.
A questo punto, come suggerisce il Trattato di Kyoto, la riduzione delle emissioni e dei consumi energetici può avvenire fondamentalmente in due modi:
1.Riduzione del consumo di energia fossile attuale della stessa percentuale, quindi di 3.8 Mtep all'anno;
2.Sostituzione con la produzione derivante dalle energie rinnovabili.
Per quanto concerne la riduzione dei combustibili fossili, molti ritengono che sia un'operazione destinata a rimanere un'utopia: infatti, con la crescita economica e le cifre che indicano gli aumenti del PIL di paesi come Cina ed India, è intuitivo ritenere che la domanda sia destinata inevitabilmente a crescere. Addirittura, secondo il rapporto ENEA 2005, la tendenza del consumo nazionale di combustibili fossili per il futuro è in aumento di oltre il 2% all'anno.
Sull'energia rinnovabile ci sarebbe molto da dire, e forse neanche basterebbe. Sintetizzando la situazione allo situazione italiana, i dati ENEA 2005 mostrano un contributo dell'energia rinnovabile endogena pari all' 8.3% del consumo complessivo e deriva in gran parte dalla produzione idro - geotermoelettrica (5.5%), mentre le NFER (Nuove Fonti Energia Rinnovabile) contribuiscono per l'1.3%.
Però, poiché il contributo dell'elettricità importata dall'estero proviene essenzialmente dalla produzione nucleare di Francia e Svizzera, si considera come "rinnovabile" anche la quota del 5% d'importazione. Pertanto nelle statistiche europee viene attribuita all'Italia una quota di produzione di energia rinnovabile pari a circa il 13% del consumo nazionale di energia.
In ogni caso, se si pensasse ad una sostituzione dei combustibili fossili con le fonti rinnovabili, è appurato che l'unità di misura dell'energia da usare per contabilizzare il contributo annuale è il Mtep.
A fronte di tutto questo, secondo i dati ISES del gennaio 2005 si ha che la potenza eolica totale (fig. 1.3) installata al 2004 era di 1260 MW con una produzione di elettricità di circa 1.8 TWh. In termini di energia fossile sostituita, l'intera attività eolica equivale ad un risparmio di combustibile pari a circa 0.4 Mtep, cioè lo 0.23% del consumo totale di fossili, a cui corrisponde la rimozione di circa 1.1 Mt di emissioni di CO2, cioè lo 0.23% di quelle totali emesse dal nostro sistema energetico.
Rispetto alle dimensioni sopra evidenziate, si conclude che il contributo eolico oggi è irrilevante e che, quindi, si dovrebbe fare un massiccio ricorso, oltre che all'eolico, anche agli impianti delle altre fonti rinnovabili.
Mtep:La tonnellata equivalente di petrolio è un'unità di misura di energia, rappresenta la quantità di energia rilasciata dalla combustione di una tonnellata di petrolio grezzo.
mercoledì 31 ottobre 2012
mercoledì 2 maggio 2012
Istruzioni iTec2 - lunedì 7 maggio 2012
1. Costruzione Mappa Concettuale argomento per parole chiave
2. Individuare links sul web utilizzando le parole chiave della mappa
3. Redazione elenco links significativi in un documento word divisi per categorie (es. links siti Animazione, links siti Contenuti)
4. Costruire una bozza di presentazione direttamente nella vostra posta elettronica_gruppo e salvarla anche su chiavetta USB da portare a scuola per la correzione
5. Nel blog iTec2 si deve inserire una breve presentazione del gruppo, inserendo una immagine inerente all'argomento_gruppo e/o un link, sul blog Wordpress: per entrare dovete loggarvi a questo indirizzo http://www.indire.it/blogs/itec2/wp-login.php
6. Il post con la presentazione del gruppo deve riportare nel titolo del post l'argomento e deve essere firmato con l'indirizzo di posta del gruppo
7. Lunedì 7 maggio dovete consegnare in classe la chiavetta USB con la bozza della presentazione, almeno 10 pagine
8. Ripeto e ribadisco che per eventuali e reali impedimenti alle azioni di gruppo, il lavoro individuale si realizza comunque tramite posta elettronica di Gmail condividendo con i vostri compagni di gruppo le elaborazioni dei contenuti a distanza
Indirizzo posta: google.it -> gmail
Indirizzo blog: http://www.indire.it/blogs/itec2
lunedì 16 aprile 2012
Istruzioni iTEC2 - 23 aprile 2012

1. Costruzione Mappa Concettuale argomento per parole chiave
2. Individuare links sul web utilizzando le parole chiave della mappa
3. Redazione elenco links significativi in un documento word divisi per categorie (es. links siti Animazione, links siti Contenuti)
4. Costruire una bozza di presentazione direttamente nella vostra posta elettronica_gruppo e salvarla anche su chiavetta USB da portare a scuola per la correzione
5. Nel blog iTec2 si deve inserire una breve presentazione del gruppo, inserendo una immagine inerente all'argomento_gruppo e/o un link, sul blog Wordpress: per entrare dovete loggarvi a questo indirizzo http://www.indire.it/blogs/itec2/wp-login.php
6. Il post con la presentazione del gruppo deve riportare nel titolo del post l'argomento e deve essere firmato con l'indirizzo di posta del gruppo
7. Lunedì 23 aprile dovete consegnare in classe la chiavetta USB con la bozza della presentazione del vostro argomento
Indirizzo posta: google.it -> gmail
Indirizzo blog: http://www.indire.it/blogs/itec2
lunedì 5 marzo 2012
lunedì 13 febbraio 2012
Temperatura Calore

Zero Assoluto
http://scienzedidattica.wikispaces.com/Materia
Condensazione Bose-Einstein
http://www.mi.infn.it/~phys2000/bec/temperature.html
Condensazione Bose-Einstein
http://www.mi.infn.it/~phys2000/bec/temperature.html

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mercoledì 23 novembre 2011
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