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giovedì 7 marzo 2013

Manzoni, mappa concettuale



venerdì 23 novembre 2012

"I sepolcri" Ugo Foscolo

    


"I sepolcri"

"All'ombra de' cipressi e dentro l'urne
confortate di pianto è forse il sonno
della morte men duro?"
.....
"Vero è ben, Pindemonte! Anche la Speme,
ultima Dea, fugge i sepolcri: e involve
tutte cose l'obblío nella sua notte;
e una forza operosa le affatica
di moto in moto; e l'uomo e le sue tombe
e l'estreme sembianze e le reliquie
della terra e del ciel traveste il tempo."
....
"Celeste è questa
corrispondenza d'amorosi sensi,
celeste dote è negli umani; e spesso
per lei si vive con l'amico estintoa eredità d'affetti
poca gioia ha dell'urna"

.....
"Pur nuova legge impone oggi i sepolcri
fuor de' guardi pietosi, e il nome a' morti
contende."

.....
"Forse tu fra plebei tumuli guardi
vagolando, ove dorma il sacro capo
del tuo Parini ? A lui non ombre pose
tra le sue mura la città, lasciva
d'evirati cantori allettatrice,
non pietra, non parola; e forse l'ossa
col mozzo capo gl'insanguina il ladro
che lasciò sul patibolo i delitti.
Senti raspar fra le macerie e i bronchi
la derelitta cagna ramingando
su le fosse e famelica ululando"

.....
"A egregie cose il forte animo accendono
l'urne de' forti.."


Testo completo dei "I sepolcri"

giovedì 22 novembre 2012

"I cento passi" film di Marco Tullio Giordana




I cento passi è un film del 2000 diretto da Marco Tullio Giordana dedicato alla vita e all'omicidio di Peppino Impastato, impegnato nella lotta alla mafia nella sua terra, la Sicilia.

"Volli, volli, fortissimamente volli" Vittorio Alfieri




Un giorno, mentre vagabondava in preda alla sua rabbiosa furia di trovare qualche ideale per cui vivere e morire e mentre passava da un amore a un duello, da una crisi di disperazione all'esaltazione per la propria originalità e per il proprio ingegno, sorse in lui la precisa volontà di "farsi di ferro in un secolo in cui gli altri erano di polenta". Fu in un momento di noia e tranquillità che egli intuì la sua strada: era al capezzale di un ammalato, quando, per ammazzare il tempo, pensò di scrivere una tragedia su Cleopatra, la cui immagine sembrava guardarlo da un arazzo appeso al muro. Subito la scrisse, la limò, fece correggere tutte le sgrammaticature dovute alla sua scarsa istruzione e la fece rappresentare. Fu un successo enorme, con tre repliche applauditissime al Teatro Carignano di Torino: era la prima tragedia scritta decorosamente da un italiano dopo tanto, tanto tempo di silenzio. L'Alfieri capì subito che se voleva intraprendere la strada dell'arte e del teatro con dignità doveva al più presto formarsi una solida cultura.
Di qui la sua celebre frase "Volli, volli, fortissimamente volli" che lo portò a farsi tagliare la chioma fluente, senza la quale un conte dabbene non avrebbe mai varcato la soglia di casa, e a farsi legare alla sedia con corde strettamente annodate per poter "digerire" in un tempo relativamente breve una vera e propria montagna di libri.
Il tema fondamentale trattato da Alfieri è la libertà, sentimento antico e sempre nuovo: soprattutto la libertà civile e politica. Pur senza trascurare le altre grandi passioni che travagliano l'animo umano, come l'amore o l'ambizione, egli esalta sempre la figura del ribelle, dell'eroe della libertà che si scaglia contro l'ordine costituito, contro la tirannia, contro l'obbedienza cieca a leggi e persone ingiuste. I suoi drammi vogliono insegnare il gusto di quell'eroica libertà: egli vuole così risvegliare le coscienze addormentate del suo tempo, additando come esempio i grandi modelli tratti dall'antichità classica. Così egli ce ne parla: "Io credo fermamente che gli uomini debbano imparare in teatro ad esser liberi, forti, generosi, trasportati per la vera virtù, insofferenti d'ogni violenza, amanti della patria, veri conoscitori dei propri diritti, e in tutte le passioni loro ardenti, retti e magnanimi.


martedì 6 novembre 2012

Canzoni per compito di Italiano








domenica 4 novembre 2012

Film "L'attimo fuggente" la poesia e le frasi famose

"O Capitano, mio capitano! " Chi conosce questi versi? Non lo sapete? È una Poesia di Walt Whitman, che parla di Abramo Lincoln. Ecco, in questa classe potete chiamarmi professor Keating o se siete un po' più audaci, "O Capitano, mio Capitano". (Prof Keating)

"Oh me, oh vita!
Domande come queste mi perseguitano,
infiniti cortei d'infedeli, città gremite di stolti,
che vi è di nuovo in tutto questo,
oh me, oh vita!
Risposta Che tu sei qui,
che la vita esiste e l'identità.
Che il potente spettacolo continui,
e che tu puoi contribuire con un verso.
Quale sarà il tuo verso!"

- Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse.
E il mondo appare diverso da quassù.
Non vi ho convinti?
Venite a vedere voi stessi. Coraggio!"
È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un'altra prospettiva.
(Prof. Keating)

- Avanti, avvicinatevi. Ascoltate, lo sentite? – Carpe – sentito? – Carpe, carpe diem, cogliete l'attimo ragazzi, rendete straordinaria la vostra vita. (Prof. Keating)

- Molti uomini hanno vita di quieta disperazione: non vi rassegnate a questo, ribellatevi, non affogatevi nella pigrizia mentale, guardatevi intorno. Osate cambiare, cercate nuove strade. (Prof. Keating, citando Henry David Thoreau)

- «Cogli l'attimo, cogli la rosa quand'è il momento, perché, strano a dirsi, ognuno di noi in questa stanza un giorno smetterà di respirare, diventerà freddo e morirà.» (John Keating)

- Due strade trovai nel bosco ed io scelsi quella meno battuta. (Prof. Keating, citando Robert Frost)
 
- Andai nei boschi per vivere con saggezza, vivere in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, per sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto. (John Keating tratto da Walden, vita nei boschi di Henry David Thoreau)

- Succhiare il midollo della vita, non significa strozzarsi con l'osso; C'è un tempo per il coraggio e un tempo per la cautela, e il vero uomo sa come distinguerli. (John Keating)

- La verità è una coperta che lascia scoperti i piedi. (Todd Anderson)


Scena Finale
 

La setta dei Poeti Estinti

Leggerò il messaggio di apertura del membro della Setta Henry David Thoreau. Andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza e in profondità, succhiando tutto il midollo della vita. Per sbaragliare tutto ciò che non era vita e per non scoprire in punto di morte che non ero vissuto.
Neil Perry (Robert Sean Leonard)



 

giovedì 7 aprile 2011

"Ed è subito sera"

"Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera"

Salvatore Quasimodo




sabato 2 maggio 2009

Futurismo, approfondimenti e collegamenti




Origine e sviluppo del Futurismo
I futuristi prendono le mosse da una semplice constatazione: la statica e conservativa società contadina si stava trasformando in una società industriale dinamica e progressiva, in cui fondamentali erano i mezzi di comunicazione moderni.

Essi, di conseguenza, si sentirono attratti da quelle idee letterarie e filosofiche che davano importanza ai cambiamenti radicali, alla velocità, al dinamismo, al movimento, all'eterno fluire: da Parmenide a Leonardo da Vinci (che considerava il movimento causa della vita), da Einstein a Freud (che rivelava la realtà degli istinti irrazionali dell'inconscio, più reali e sicuri della realtà della logica e della ragione). Accettarono il positivismo di Bergson che esaltava l'intuizione che, contrariamente all'intelligenza, capta la vita cambiante e il movimento spaziale......
(continua a leggere: clicca sul titolo del post)

giovedì 22 gennaio 2009

"Quanto è bella giovinezza" (3F)

"Quant'è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.

Quest'è Bacco e Arianna,
belli, e l'un dell'altro ardenti:
perché 'l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe ed altre genti
sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'e certezza.
Questi lieti satiretti,
delle ninfe innamorati,
per caverne e per boschetti
han lor posto cento agguati;
or da Bacco riscaldati, ballon,
salton tuttavia.
Chi vuol esser lieto sia:
di doman non c'è certezza.
Queste ninfe anche hanno caro
da lor essere ingannate:
non puon fare a Amor riparo,
se non genti rozze e ingrate:
ora insieme mescolate suonon,
canton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Questa soma, che vien drieto sopra l'asino,
è Sileno: così vecchio è ebbro e lieto,
già di carne e d'anni pieno;
se non può star ritto,
almeno ride e gode tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Mida vien drieto a costoro:
ciò che tocca, oro diventa.
E che giova aver tesoro,
s'altri poi non si contenta?
Che dolcezza vuoi che senta
chi ha sete tuttavia?
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Ciascun apra ben gli orecchi,
di doman nessun si paschi;
oggi siam, giovani e vecchi,
lieti ognun, femmine e maschi;
ogni tristo pensier caschi:
facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Donne e giovìnetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!
Ciascun suoni, balli e canti!
Arda di dolcezza il core!
Non fatica, non dolore!
Ciò c'ha a esser, convien sia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza."

Lorenzo de Medici