mercoledì 20 marzo 2013
giovedì 14 marzo 2013
Alunni BES: direttiva ministeriale per l'inclusione scolastica
Modello di Piano Didattico Personalizzato
Scheda tecnica PDP
Guida al PDP
Alunni BES e il modello ICF
Linee guida per l'integrazione scolastica del Ministero dell'Istruzione
Linee guida Integrazione Scolastica
Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) - MIUR
Strumenti Compensativi Misure Dispensative DSA
Linee guida MIUR DSA - Protocollo di applicazione
Associazione Italiana Dislessia
Disturbo Attenzione e/o Iperattività (ADHD - DDAI)
---
Alunni BES nelle scuole (es. di sito scolastico)
POF Alunni BES (esempio)
Guida al PDP
Alunni BES e il modello ICF
Linee guida per l'integrazione scolastica del Ministero dell'Istruzione
Linee guida Integrazione Scolastica
Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) - MIUR
Strumenti Compensativi Misure Dispensative DSA
Linee guida MIUR DSA - Protocollo di applicazione
Associazione Italiana Dislessia
Disturbo Attenzione e/o Iperattività (ADHD - DDAI)
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Alunni BES nelle scuole (es. di sito scolastico)
POF Alunni BES (esempio)
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BES,
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PDP
mercoledì 13 marzo 2013
martedì 12 marzo 2013
POF Alunni BES
ESEMPIO POF
lntegrazione degli Alunni con Bisogni Educativi Speciali
La necessità di
percorsi di apprendimento individualizzato
Nella progettazione di tali percorsi si è considerato
essenziale
·
Sviluppare le capacità comunicative e di relazione con adulti e coetanei
·
Far acquisire consapevolezza della propria identità, delle potenzialità e
dei limiti delle proprie risorse
·
Promuovere la ricerca di un ruolo sociale e professionale anche attraverso
mirate azioni di orientamento
·
Far acquisire competenze nell'utilizzo degli strumenti tecnologici
·
Favorire lo sviluppo di abilità e competenze di tipo non solo scolastico,
ma anche extrascolastico legate al potenziamento dell'autonomia sia individuale
che sociale
Da tempo, pertanto, il nostro Istituto ha predisposto,
per questi allievi, un protocollo d'accoglienza che l'incontro tra i nostri
insegnanti e l'alunno che, accompagnato dal docente di sostegno, viene a
conoscere la nuova realtà scolastica ed assiste ad alcune lezioni. All'inizio
del nuovo anno scolastico, dopo un periodo di osservazione dell'alunno da parte
dei docenti della classe, viene poi convocato un gruppo di lavoro, a cui
partecipano anche il neuropsichiatria che segue l'alunno e la famiglia, e viene
predisposto un Piano Educativo adeguato alle capacità e potenzialità dello
studente.
La metodologia generalmente adottata è quella del
lavoro all'interno della classe proprio perché riteniamo che per favorire
l'integrazione sia necessario che l'alunno viva la vita di classe, riesca a
"sentirne" il clima, partecipi a tutte le attività proposte (visite
guidate, viaggi di istruzione, stage, attività sportive) e che contemporaneamente
i coetanei imparino a relazionarsi con chi è diversamente abile. Per garantire
la continuità del progetto didattico che coinvolge l'alunno, i docenti di
sostegno del nostro Istituto sono in contatto con i docenti della scuola di
provenienza del ragazzo/a e predispongono attività di accoglienza in entrata e
in uscita da questo Istituto.Costante è anche il rapporto con le famiglie e con gli operatori dell'equipe dell'ASL che seguono i ragazzi, la cui collaborazione è particolarmente importante per la raccolta delle informazioni e per la condivisione di comportamenti finalizzati alla crescita e maturazione dell'allievo.
In questa logica si è ritenuto opportuno perciò ideare un progetto complessivo, articolato in sottoprogetti, capace di coinvolgere sia le classi in cui sono inseriti questi alunni, sia piccoli gruppi di altre classi, per favorire il processo di conoscenza della diversità, di integrazione e di socializzazione.
Il progetto pone al centro l'allievo inteso come individuo, proponendo attività in cui ciascuno, in un clima di serena relazione e comunicazione interpersonale, possa esprimersi senza timore di "non essere all'altezza".
Ruolo privilegiato è dato alla didattica laboratoriale : il laboratorio è inteso non semplicemente come spazio attrezzato, ma come metodologia capace di favorire i processi di integrazione degli allievi con bisogni educativi speciali e la loro percezione di essere integrati. in una positiva relazione con gli altri e con la realtà. Annualmente vengono quindi elaborati progetti specifici per consentire a questi alunni di vivere il rapporto con la realtà scolastica in maniera più piena e gratificante.
Nell'Istituto verrà organizzato uno spazio alternativo all'aula, attrezzato con computer, lavagne, materiale di facile consumo ed attrezzature specifiche all’acquisizione di alcune abilità, per momenti di recupero disciplinare e svolgimento di percorsi personalizzati e attività di laboratorio.
I progetti vogliono porre l'attenzione sulla centralità dell'allievo, inteso come individuo dotato di sé fisico, psichico, sociale, protagonista del suo sapere, saper essere, saper fare. Un ruolo privilegiato e centrale è dato alla didattica laboratoriale. Il laboratorio, più che uno spazio fisico attrezzato, è inteso come una metodologia che favorisce i processi di integrazione, cioè la percezione del sé come personalità integrata, in relazione costruttiva con la realtà e con gli altri, che garantisce un costante collegamento tra motivazione e interventi educativi, tra aspetti affettivi e cognitivi. Le attività proposte prevedono un coinvolgimento attivo di tutti gli alunni partecipanti al laboratorio. Riteniamo, infatti, che l'attività manuale aiuti l'individuo anche a produrre idee e ad acquisire una mentalità più flessibile affinchè l'alunno si alleni ad affrontare adeguatamente le nuove situazioni che gli si presentano.
lunedì 11 marzo 2013
Materiali Scaricabili Scuola Primaria/Secondaria
http://www.dienneti.it/risorse.htm (Scuola Primaria/Secondaria)
www.ivana.it (Scuola Primaria)
http://www.dienneti.it/handicap/speciale.htm (Didattica Speciale Scuola Primaria/Secondaria)
http://www.aiditalia.org/it/software_gratuito_per_i_libri_digitali.html (Programmi/Software Gratuiti)
http://www.aiditalia.org/it/ (Associazione Italiana Disslessia)
http://www.maestrantonella.it/DSA/materiali_didattici_DSA.html
http://maestraloretta.blogspot.it/2010/08/materiali-su-dsa.html
http://tuttiabordo-dislessia.blogspot.it/2010/05/ortografia-materiale-didattico.html
http://aidudine.altervista.org/blog/materiale-da-scaricare/
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Materiali Scaricabili
giovedì 7 marzo 2013
mercoledì 6 marzo 2013
lunedì 4 marzo 2013
Un bel dì vedremo - Madama Butterfly
[Senti.] Un bel dì, vedremo
levarsi un fil di fumo sull'estremo
confin del mare.
E poi la nave appare
E poi la nave è bianca.
Entra nel porto, romba il suo saluto.
Vedi? È venuto!
Io non gli scendo incontro, io no. Mi metto
là sul ciglio del colle e aspetto, aspetto
gran tempo e non mi pesa
la lunga attesa.
E... uscito dalla folla cittadina
un uomo, un picciol punto
s'avvia per la collina.
Chi sarà? Chi sarà?
E come sarà giunto
che dirà? che dirà?
Chiamerà Butterfly dalla lontana.
Io senza dar risposta
me ne starò nascosta
un po' per celia, un po' per non morire
al primo incontro, ed egli alquanto in pena
chiamerà, chiamerà:
«Piccina – mogliettina
olezzo di verbena»
i nomi che mi dava al suo venire.
(a Suzuki)
Tutto questo avverrà, te lo prometto.
Tienti la tua paura. – Io con sicura
fede lo aspetto.
https://www.youtube.com/watch?v=TkgatM3-t4k
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Musica
mercoledì 19 dicembre 2012
Protocollo di Kyoto
Cliccare sul titolo per approfondimenti in rete.
La storia del protocollo di Kyoto
Con il Protocollo di Kyoto i paesi industrializzati si impegnarono a ridurre entro il 2012 le emissioni di gas serra del 5,2% rispetto al 1990. Il negoziato venne stipulato a Kyoto, in Giappone, nel dicembre 1997 durante la Conferenza COP3 della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (Unfccc).
La sottoscrizione iniziale dei paesi era un atto puramente formale. Soltanto la successiva ratifica dell'accordo da parte dei parlamenti nazionali formalizzava l'impegno del paese a ridurre le emissioni.
Cliccare sul titolo per entrare nel sito ed approfondire.
Dal protocollo di Kyoto erano esclusi i paesi in via di sviluppo per evitare di frapporre ulteriori barriere alla loro crescita economica. Un punto molto dibattuto e che trova ancora oggi il disaccordo degli Stati Uniti soprattutto per l'esclusione dagli impegni dei grandi paesi emergenti dell'Asia, India e Cina.
Sulla base degli accordi del 1997 il Protocollo entra in vigore il 90° giorno dopo la ratifica del 55° paese tra i 194 sottoscrittori originari purché questi, complessivamente, coprano almeno il 55% delle emissioni globali di gas serra.
L'assenza degli Usa e della Russia hanno penalizzato per molti anni il lancio operativo dell'accordo, rimasto a lungo tempo "sospeso". Nel 2002 avevano ratificato l'atto già 55 paesi senza però coprire il 55% della produzione globale di emissioni di gas serra. Solo dopo la ratifica della Russia nel settembre 2004 si è superato finalmente il limite minimo previsto del 55% e data operatività al Protocollo.
Restano, in ogni caso, ancora fuori paesi come Australia e Stati Uniti, rei di non aver ratificato l'accordo per paura di danneggiare il proprio sistema industriale.
La storia del protocollo di Kyoto
Con il Protocollo di Kyoto i paesi industrializzati si impegnarono a ridurre entro il 2012 le emissioni di gas serra del 5,2% rispetto al 1990. Il negoziato venne stipulato a Kyoto, in Giappone, nel dicembre 1997 durante la Conferenza COP3 della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (Unfccc).
La sottoscrizione iniziale dei paesi era un atto puramente formale. Soltanto la successiva ratifica dell'accordo da parte dei parlamenti nazionali formalizzava l'impegno del paese a ridurre le emissioni.
Cliccare sul titolo per entrare nel sito ed approfondire.
Dal protocollo di Kyoto erano esclusi i paesi in via di sviluppo per evitare di frapporre ulteriori barriere alla loro crescita economica. Un punto molto dibattuto e che trova ancora oggi il disaccordo degli Stati Uniti soprattutto per l'esclusione dagli impegni dei grandi paesi emergenti dell'Asia, India e Cina.
Sulla base degli accordi del 1997 il Protocollo entra in vigore il 90° giorno dopo la ratifica del 55° paese tra i 194 sottoscrittori originari purché questi, complessivamente, coprano almeno il 55% delle emissioni globali di gas serra.
L'assenza degli Usa e della Russia hanno penalizzato per molti anni il lancio operativo dell'accordo, rimasto a lungo tempo "sospeso". Nel 2002 avevano ratificato l'atto già 55 paesi senza però coprire il 55% della produzione globale di emissioni di gas serra. Solo dopo la ratifica della Russia nel settembre 2004 si è superato finalmente il limite minimo previsto del 55% e data operatività al Protocollo.
Restano, in ogni caso, ancora fuori paesi come Australia e Stati Uniti, rei di non aver ratificato l'accordo per paura di danneggiare il proprio sistema industriale.
martedì 18 dicembre 2012
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